sabato 30 gennaio 2010

innamorati (?) in una notte di luna piena, spiaggia di Nova Icària

cose strambe del sabato mattina

appena alzato, mi sono imbattuto in:

canzone stramba del giorno
Paolo Conte: "La Java Javanaise" (da "Razmataz")

"Papé Satan Papé Satan Aleppe
pan e salam pan e salam a fette"

la conoscevo, ma avevo rimosso questa strofa. adoro quell'uomo, quando fa così.

blog strambo del giorno
per la serie "mai più senza": "Nic Cage as everyone". sento che non potrò più farne a meno.

con queste premesse, prevedo che oggi sarà una giornata stramba.

martedì 26 gennaio 2010

"Hola, soy Baldo"

giorno 1
squilla il cellulare.

hanz: "Si?"
Baldo: "Hola, soy Baldo. ¿Que tal? ¿Puedo molestarte?"
h: "Si Baldo, dime"
B: "Oye, es para el piso. ¿Has decidido algo? ¿Te has mirado lo de la hipoteca? Que dices, ¿lo vas a comprar o no?"
h: "Pues, Baldo... La verdad es que es mucho dinero... Y todavía no sé si me quedaré aquí en Barcelona al final de mi contrato o no...."
B: "¡Mira que es una ocasión! Y luego los dueños te pueden ceder la hipoteca, las condiciones estan muy bien. ¡Si vuelves a Italia lo puedes alquilar!"
h: "Dime algo más de las condiciones de la hipoteca, así que pueda decidir mejor"
B: "Vale. Me informo y te vuelvo a llamar."

giorno 2 (dopo un tempo indefinito)
squilla il cellulare.

h: "Hola Baldo, ¿que tal?"
B: "Bien, ¿y tú? ¿Has decidido si compras el piso?"
h: "Pues Baldo, estaba esperando tus noticias"
B: "¿Mis noticias? ¿Sobre que?"
h: "La hipoteca, ¿te acuerdas? Tenías que preguntar a los dueños las condiciones"
B: "Ah sí, tienes razón. Te digo algo. Hasta pronto"

giorno 3 (almeno due settimane dopo)
squilla il cellulare.

B: "¡Hola! ¿Todo bien? ¿Te lo has pensado?"
h: "¿Que?"
B: "?Como que? Lo del piso. ¿Lo vas a comprar? Ya te lo he dicho, es una ocasión, yo en tu lugar lo haría."
h: "¡Hombre, pero sin saber las condiciones de la hipoteca es muy difícil para mi! ¡Ya lo sabes!"
B: "Joder... No te he dicho nada todavía, ¿verdad?"
h: "No Baldo, todavía estoy esperando..."
B: "¿Pero te han confirmado el contrato? ¿Te quedas en Barcelona al finál?"
h: "No lo sé, tengo otro año y medio de contrato, luego veremos"
B: "Pues... Entonces puedes volver a Italia! ¿Y porque quieres comprar el piso??"
h: "Baldo, mira que yo no quiero comprar nada, ¡eres tú que me lo propusiste!"
B: "Si, si, es una ocasión. Tienes que comprarlo, ¡y si te vas a Italia te lo puedo administrar yo!"
h: "Puede ser. Pero sin saber lo de la hipoteca..."
B: "Vale, pregunto a los dueños y te llamo en seguida"

giorno 4 (la scorsa settimana)
squilla il cellulare mentre sto entrando in ascensore.

h: "Baldo, mira que dentro de poco se cae la línea"
B: "Te llamaba para la hipoteca. ¡Te vuelvo a llamar yo en 5 minutos!"
h: "Vale, espero tu llamada"

É caduta la linea.
Sto ancora aspettando che mi richiami.
E da quando i proprietari hanno deciso di vendere ancora non é venuto nessuno a vedere l'appartamento. Non hanno nemmeno messo il cartello, se é per quello.

PS: ho lasciato volutamente i dialoghi in spagnolo (maccheronico, immagino: il mio). magari ci si perde qualche palabra, ma rende meglio il senso generale.
Solo qualche dritta sul vocabolario del perfetto immobiliarista: el piso é l'appartamento, la hipoteca é il mutuo, los dueños sono i padroni di casa e alquilar significa affittare.
E Baldo, beh, lui è BALDO.

time to goooooo (Estaciò de França)

lunedì 25 gennaio 2010

barcelona rocks

prossimi concerti interessanti a Barna:

domani 27/1: Giant Sand (fanno tutto il "Live at San Quentin" di Johnny Cash)
11/2: Dinosaur Jr.
15/2: Bill Callahan
22/2: The Fiery Furnaces
27/2: Vampire Weekend
1/3: Cornershop
13/3: Florence + the Machine
19/3: Yo La Tengo
7/4: Benjamin Biolay
8/4 Maceo Parker

alcuni so a malapena chi siano, ma li metto per darmi un tono di ex-giovane alternativo sempre sul pezzo.

la verità è che aspettavo J Mascis, Lou Barlow e Murph da una vita, e l'11 al 99% non ci sarò.

merda.

ieri a Horta: carrer Feliu i Codina

domenica 24 gennaio 2010

un muro, a Horta

(più o meno) giovani fumettari crescono

ultimamente ho letto alcuni fumetti (oggi si dice graphic novels) che mi hanno entusiasmato. è una buona stagione per il fumetto d'autore, credo.

il primo è "Arrugas" di Paco Roca (c'è anche l'edizione italiana, e giustamente si intitola "Rughe", Tunué editore), una storia vincitrice del premio di fumetto dell'anno alla Fiera del Còmic di Barcellona nel2008. una storia forte perchè parla di anziani e di alzheimer, due argomenti non proprio leggeri; ma lo fa con leggerezza e grazia, una sottile ironia che mitiga la pesantezza dell'argomento senza però banalizzarla, e un disegno morbido e personale. mi è subito venuta voglia di leggere di più di questo autore spagnolo, e sul mio comodino sono già in pole position i suoi "El Faro" e l'ultimo "Las calles de arena".

ho poi letto 4 storie che hanno dei punti in comune, il più
evidente dei quali è la scarsa presenza di dialoghi. parlo di "Il gusto del cloro" del francese Bastien Vivès, di "Cronachette 2" dell'italiano Giacomo Nanni, di "Cat getting out of a bag" dell'americano Jeff Brown e di "A.L.I.E.E.E.N." del franco-norvegese Lewis Trondheim.

quest'ultimo (il cui titolo è un acronimo che sta per "Archives of Lost Issues and Earthly Editions of Extraterrestrial Novelties") è a tutti gli effetti un fumetto alieno: per i toni surreali, divertenti e spesso macabri che adotta, tipici del suo prolifico e geniale autore, e perchè è letteralmente opera di alieni! In effetti i dialoghi ci sono, diciamo in lingua originale... carino, strambo, mi ha ricordato in qualche modo il personaggi di Tim Burton e il suo bambino ostrica.

Bastien Vivès ha solo 25 anni. e ha scritto questo racconto a fumetti che ho trovato di una profondità e di una poesia rare. si svolge quasi tutto in una piscina, storia di tensioni amorose adolescenziali, slanci, passioni e attese che me la fa mettere nella stessa casella del capolavoro "Blankets", ma con uno stile proprio. leggendo queste pagine appare evidente quanto potente possa essere il fumetto, e quanto peculiare rispetto ad altre forme espressive. chapeau.

gli altri due libri parlano di gatti, e forse mi hanno colpito perchè in questo periodo sto ancora pensando quanto mi piacerebbe avere un gattino per casa.
"Cronachette 2" (ci sono anche un 1 - per me introvabile - e un
3 appena uscito, tutti per Coconino - lunga vita a Igort!) e il volume di Brown sono indubbiamente parenti tra loro, e descrivono in modo differente ma parallelo il rapporto tra un micio e il suo padrone, i tic, le consuetudini e le imprevedibilità del comportamento felino, e i piaceri che questo comporta. chi ha o ha avuto un gatto si ritroverà in questi micro-racconti, sorriderà a ogni pagina, si commuoverà, dirà "anch'io". io tra i due dò la mia personale preferenza a "Cat getting out of a bag" (che io sappia ancora non c'è un editore italiano) rispetto al libro di Nanni; e dopo averlo letto mi è tornata prepotente la voglia di micio.

una curiosità: sia Vivès che Nanni sono molto attivi come blogger: il francese si è fatto conoscere pubblicando strisce sul proprio sito, e il progetto Cronachette è nato proprio dalla volontà del suo autore di completare una tavola al giorno per un anno sul proprio blog.
nuove frontiere del fumetto moderno, e la dimostrazione di come la tecnologia non debba per forza compromettere le tradizionali forme d'espressione ma al contrario possa esserne uno stimolo.

mercoledì 20 gennaio 2010

il vestitino di Tiziana

undici anni e anche qualche mese in più. tanto tempo è passato?
fu allora che un giorno, bazzicando su un sito internet dedicato a Raymond Chandler, lasciai un commento in bacheca, e grazie ad esso venni contattato via mail da una ragazza di Roma.
si chiamava Tiziana, e partendo dal comune amore per Chandler e per certa letteratura diventammo amici "di penna" o meglio "di tastiera": ci scambiammo mail per molti mesi, ed entrammo in una certa confidenza. lei mi parlava del suo lavoro e del suo ragazzo (senza mai nominarlo, tanto che me lo immaginai come un "energumeno" e gli diedi il nomignolo di "Energy"), io dei miei studi ormai alla fine e di una certa ragazza con cui iniziavo timidamente a uscire. proprio per questo riesco a datare con precisione il periodo del nostro "incontro", perchè le parlavo di quei primi appuntamenti con dubbi e speranze, e lei mi incoraggiava.
ci facemmo anche il regalo per il compleanno, durante quel 1999: lei mi mandò un libro di racconti di Dashiell Hammett, comprato alla Feltrinelli di Roma, io le inviai un libro con interviste di Chandler (ovviamente) abbastanza raro e che le piacque molto.

non ci siamo mai incontrati, e ad un certo punto ci siamo persi di vista. per vari crash dei rispettivi pc abbiamo anche perso gli indirizzi mail, e non sono mai più riuscito a rintracciarla, nemmeno ora in tempo di social network e recuperi di amici seienni delle elementari.
una volta le dissi che me la immaginavo con un vestitino estivo, di quelli coi fiorellini, le spalline e la gonnellina svolazzante. questa immagine mi è tornata in mente nelle ultime settimane, quando mi è venuto spontaneo lo stesso abbinamento parlando con un'altra nuova amica "di penna" che mi ricorda Tiziana sotto molti punti di vista, e tutti piacevoli.

non importa che il vestitino non ce l'avesse, o che fosse diversa da come la immaginavo io. io la vedevo così e tanto mi bastava.
mi piacerebbe ritrovarla in qualche modo, riprendere a scriverle, raccontarle questi 11 anni. mi piacerebbe ritrovarla e incontrarla, stavolta. scommetto che quel vestitino svolazzante ce l'ha ancora su.

antico birrificio Damm, carrer Rossellò, Eixample

lunedì 11 gennaio 2010

hanz - il ritorno

oggi sono rientrato nel mio (ex) ufficio italiano dopo un paio di mesi abbondanti dall'ultima volta.
sono rientrato con i capelli più lunghi (sono più di 10 anni che non li avevo così, dato che ultimamente ero rasato) e la barba lunga. Come mio solito nessuna strategia premeditata ma piuttosto la pigrizia nel radermi (malattia che mi attanaglia dall'età di 18 anni).

ecco le principali reazioni a questo look da parte dei colleghi.

- "stai bene, ti vedo in forma!" (non c'é male, grazie)
- "avrai perso almeno 5 chili, l'ultima volta che ti ho visto avevi una pancia così!" (lo prendo come un complimento)
- "hai l'aria più spagnola" (uh??)
- "guardalo com'é... grigio, invecchiato" (fra 3 giorni sono 38, ma non me li sento mica)
- "uella, hai fatto carriera!" (per via della barba?)
- "che aria riposata... bella la vita eh! si vede che non fate niente!" (brutta bestia l'invidia eh?)
- "ti vedo stanco e scavato... cos'é successo?" (mi stanco a non far niente)
- "devo proprio venire a trovarti a Barcellona!" (se ti invito, magari. ma ne dubito)
com'é affascinante, a volte, la fauna umana.

domenica 10 gennaio 2010

trionfale rientro a milano


per una volta tradisco l'altrimenti altissimo livello culturale di questo blog, esco sul mio terrazzo milanese avvolto solo da una bandiera rossonera e urlo: MA VIEEEEEEEEEEEEEEENIIIIIII!!!!!!

las tres chimeneas, Avinguda del Paral.lel, Poble Sec

sabato 9 gennaio 2010

Farmàcia Nadal, Rambla de Canaletes con Carrer de Bonsuccès, Raval

altre classifiche del 2009. e mo' basta, che è il 2010 da un pezzo

Sempre in ordine più o meno sparso...

TOP10 FILM 2009

- GRAN TORINO di Clint Easwood
- UP della banda Pixar
- NEMICO PUBBLICO di Michael Mann
- CORALINE di Henry Selick ma soprattutto tratto dal libro di Neil Gaiman
- PARNASSUS di Terry Gilliam
- WATCHMEN di Zack Snyder ma soprattutto tratto dal libro di Alan Moore e Dave Gibbons
- BASTA CHE FUNZIONI di Woody Allen
- VALZER CON BASHIR di Ari Folman
- MILK di Gus Van Sant
- BASTARDI SENZA GLORIA di Quentin Tarantino

TOP5 LIBRI (letti nel) 2009

- VEDI DI NON MORIRE di Josh Bazell
- MIA E' LA VENDETTA di Edward Bunker
- LA DONNA CHE SBATTEVA NELLE PORTE di Roddy Doyle
- QUALCUNO CON CUI CORRERE di David Grossman
- JOHNNY CASH (La vita l'amore la fede di una leggenda americana) di Steve Turner

TOP5 FUMETTI (letti nel) 2009

- DIARIO DI FIUME E ALTRI RACCONTI di Gipi
- TAGLIA E CUCI di Marjane Satrapi
- FABLES di Bill Willingham/Mark Buckingham e altri
- CLUMSY di Jeffrey Brown
- DEVIL: LA CUPOLA/SCOPERTO di Brian M. Bendis/Alex Maleev

TOP5 PANORAMI 2009

- l'arcobaleno su Barcellona, 22 ottobre 2009
- l'Albaicin visto dall'Alhambra (Granada)
- Levanto al tramonto
- la neve a Milano, gennaio 2009
- Ronda
e, in generale, Barcellona tutta, che da ormai un anno riempie i miei occhi e i miei sensi ogni giorno.

TOP5 FACCE 2009

- Luca
- Lorenzo
- Alfredo
- S&J
- Jonathan Richman

TOP5 GODURIE 2009

- i chipirones a l'andaluza
- Real Madrid-Milan 2-3
- la bocciatura del lodo Alfano
- il gioco del Barça
- il Primavera Sound Festival 2009

e ora, sotto col 2010.

lunedì 4 gennaio 2010

ebbene si: sotto con le classifiche der mejo del 2009!

La iattura delle classifiche di fine anno finisce anche su questa modesta paginetta. L'ho sempre fatto, anche prima di Alta Fedeltà, quindi perchè smettere proprio ora?
Attacchiamo con i dischi, nei prossimi giorni farò la top 10 (o 5, o 3...) anche di qualcos'altro se l'ispirazione mi sosterrà.
Sono più o meno in ordine sparso. Più o meno.

Top 10:
- FLAMING LIPS: EMBRYONIC.
Straordinario, monumentale, anti-commerciale, folle. Quello che ci voleva dopo le (per me) non esaltanti prove post-Yoshimi; cominciavo a temere un po' di maniera e invece eccoli qui, eccessivi e storti come solo loro. Non tutto è a fuoco, avrebbero potuto sfrondare qua e là, la voce di Wayne Coyne è sempre più flebile e stonata: tutto vero, ma li amiamo per questo.
- VIC CHESNUTT: AT THE CUT.
Ammetto: ho ascoltato la musica di Vic solo dopo la sua morte, il giorno di Natale. Poco più di una settimana fa. Ho seguito tutta la vicenda tramite le parole di Kristin Hersh, sua intima amica, che ne è uscita a pezzi. Mi sono detto che se Kristin (e molti altri) amavano così tanto quest'uomo dalla vita così breve e tormentata doveva esserci un motivo. Ascoltate questo disco (o l'altro uscito quest'anno, "Skitter on Take Off", prodotto da Jonathan Richman e Tommy Larkins) e capirete.
- CHRIS ECKMAN: THE LAST SIDE OF THE MOUNTAIN.
In attesa del nuovo lavoro dei Walkabouts, rimandato per apparente mancanza di ispirazione, mi consolo con questo disco solista di Chris Eckman in versione slovena. Classe a go-go.
- LHASA: LHASA. Vic Chesnutt ci ha fatto chiudere in lutto il 2009, e il primo giorno dell'anno nuovo ci ha lasciato anche Lhasa de Sela, cantante canadese scoperta (da me) per un paio di duetti con Tindersticks e Stuart A. Staples. Nel 2009 aveva fatto uscire questo disco in inglese, purtroppo sarà il suo ultimo.
- WILLARD GRANT CONSPIRACY: PAPER COVERS STONE.
Mi hanno sempre intrigato, ma non avevo mai approfondito. Avevo fatto male. Gran voce, gran musica. C'è anche Steve Wynn.
- ANTHONY & THE JOHNSONS: THE CRYING LIGHT.
Non mi fa impazzire, ma indubbiamente è un personaggio come ce ne sono pochi in giro. Forse nessun altro. E questo è un gran disco, anche se riesco a prenderlo solo a piccole dosi.
- TOM WAITS: GLITTER AND DOOM LIVE, e
- R.E.M. LIVE AT THE APOLLO IN DUBLIN.
Vecchie glorie? Sarà, ma questi sono due grandissimi dischi (per due tour che mi sono perso l'anno scorso, e per Tom Waits è stato un crimine)
- GRAND DUCHY: PETIT FOURS
Mi pare non se lo sia cagato nessuno, ma il nuovo progetto di Black Francis e della sua mogliettina "very Eighties" Violet Clark mi sembra quanto di meglio ha fatto Franco Nero da tempo immemorabile.
- MORPHINE: AT YOUR SERVICE. Sarà solo una compilation di inediti e live a 10 anni dalla morte di Mark Sandman, ma porca miseria che bella.

Lo so che parlo troppo, ma alcune altre citazioni devo farle.

Per la serie "Nuovi (o semi-nuovi) talenti" (giusto per far vedere che non ascolto solo vecchie cariatidi ma tengo la mente sveglia verso le nuove proposte):
- GIRLS: "Album"; CAMERA OBSCURA: "My Maudlin Career"; PHOENIX: "Wolfgang Amadeus Phoenix"; THE PAINS OF BEING PURE AT HEART: (omonimo - gran nome! il ritorno dello shoegazing?) e, una spanna sotto, ELVIS PERKINS IN DEARLAND. Carini, freschi e divertenti (come si dice? Indie-pop?). Nel caso dei Girls anche qualcosa in più: il mio nuovo gruppo dell'anno: erano nella top10 finchè l'emozione per la morte di Lhasa non ha fatto la differenza.
- BAT FOR LASHES: "Two Suns"; SOAP AND SKIN: "Lovetune for Vacuum" (la nuova Nico? John Cale si avvicina a pensarlo). Meno carine e meno divertenti, piuttosto funeree ma di grande spessore. Donne con l'anima.

Per la serie "Toh! Chi si rivede!":
- MIKE DOUGHTY: SAD MAN HAPPY MAN
- GRANT LEE PHILLIPS: LITTLE MOON
- SPIRAL STAIRS: THE REAL FEEL
Niente per cui gridare al miracolo, intendiamoci. Forse non meriterebbero nemmeno di entrare tra i top, ma quando tre non-troppo-vecchie glorie dei 90 tornano a farsi vive fa sempre piacere. E comunque quello di Scott Kannberg resta il più bel nome d'arte del mondo del rock.

Per la serie "Progetti strambi ma con quel nonsochè":
- SPARKLEHORSE e DANGER MOUSE: DARK NIGHT OF THE SOUL. Colonna sonora di un progetto visuale di David Lynch, zeppa di ospiti illustri (Iggy, Jason Lytle, Black Francis, Vic Chesnutt, Wayne Coyne, Julian Casablancas...) boicottato dalla casa discografica e mai uscito. Era in vendita però un libro di foto di Lynch contenente un cd vergine per scaricarsi la musica e masterizzarla. Qui, ma esaurito. La musica invece si trova su internet, gratis. Scarricatevilla.
- GOD HELP THE GIRL. Quanto mi mancano i Belle&Sebastian. Per ora, accontentiamoci di questo dischetto piacevole messo su da Stuart Murdoch e una manciata di belle voci femminili.
- DARK WAS THE NIGHT. Compilation della serie "Red Hot" con una marea di bei nomi e bella roba.

Concerti:
THROWING MUSES @ Primavera Sound Festival, Barcellona. Finalmente ce l'ho fatta, ed ero in prima fila. Mi si vede anche agitare la capoccia nel video tratto dalla TV3 catalana. Son soddisfazioni!
NEIL YOUNG @ Primavera Sound Festival, Barcellona. Meglio l'anno scorso a Firenze, ma sempre 10 e lode.
TINDERSTICKS @ Auditorium, Barcellona. Primo concerto a Barna, a febbraio. Ottimo tour per un ottimo ritorno.
DAVID BYRNE @ Teatro Dal Verme, Milano. Il suo più bel tour dei molti che ho visto in 15 anni. Strepitoso.
AC/DC @ Forum Assago, Milano. Il terzo CD della mia vita è stato "If Yoy Want Blood...". I primi due li ho rivenduti da anni.

Flop:
- GORDON GANO & The Ryans - Ho amato i Violent Femmes alla follia, ma devo ammettere con amarezza che lo zio Gano non ne azzecca una da 20 anni o quasi. Questo disco non è brutto, ma semplicemente si dimentica dopo 5 minuti.
- U2 (manco mi ricordo il titolo). Quanto rumore per nulla (ma nemmeno mi aspettavo nulla, in realtà).
- NEIL YOUNG - "Fork In The Road". Bella merda, vecchio Nello. Ma si sa che lui è fatto così: capolavori e schifezze. E detto tra noi, anche sti popò di Archives mi sembrano una mezza occasione buttata.
- MARK EITZEL. Mi spiace dirlo, e mi spiace davvero tanto, ma il suo nuovo disco "Klamath" è una palla mortale. Almeno per i suoi standard.
- EELS. "Hombre Lobo" è una mezza delusione. Non un vero e proprio flop, ma dopo così tanto tempo e lo splendido tour dell'anno scorso mi aspettavo di più.

Non ho citato altri che lo meritavano: su tutti i SOULSAVERS con l'uomo-ovunque MARK LANEGAN che hanno fatto un bel dischetto e sono rimasti fuori dalla selezione di un pelo; i BLACK HEART PROCESSION e il loro "Six" (sempre fantasiosi coi titoli, i ragazzi), i DOVES che mi piacciono sempre un bel po', i WILCO o gli YO LA TENGO, e nemmeno - trale mezze o totali delusioni - i SONIC YOUTH e i DINOSAUR JR.).
Non ho citato nemmeno un italiano, lo so. Che ci posso fare? Gli Afterhours non riesco a farmeli piacere, idem la Carmen Consoli anche se "Elettra" mi piace più del resto, Vinicio mi pare che faccia lo stesso disco da anni anche se non si può dire. E tutte 'ste nuove proposte non mi entusiasmano... Dai, un nome lo faccio. ZEN CIRCUS: ANDATE TUTTI AFFANCULO (non voi, è il titolo del disco). Sono bravi, e sono amici di Brian Ritchie. Anche DENTE è bravo, anche se non lo conosco abbastanza per metterlo in una top 10.
Non ho nemmeno considerato la musica spagnola: di primo acchito mi pare che non siano messi per niente bene... Approfondirò durante il 2010. Si, c'è anche un rock in catalano: naaaaah!

la finestra di casa mia


La finestra di casa mia
produce colori
affreschi di solitudine
la finestra di casa mia
sorride piangendo
alle foglie d'autunno
all'odore dei pini
al sapore del vino
alle piogge improvvise
la finestra di casa mia
rimane aperta
per vedere
oltre la nebbia che spaventa

(ennesima citazione dei la crus)

domenica 3 gennaio 2010

le mie nuove ciabatte (grazie F.&L.!)

9.30 circa, domenica mattina

Quando sono entrato nella stanza da letto stava sistemando le lenzuola. Ci siamo salutati così, con quell'imbarazzo di chi non si vede da due anni, con gli occhi bassi. Aveva cambiato qualcosa: il letto era addossato all'altra parete. C'era qualcosa di sbagliato.
L'altro ha cambiato ambiente subito, sgattaiolando fuori dalla stanza, forse sapendo di essere di troppo. Non ho fatto nemmeno a tempo a vedere che faccia aveva; probabilmente non la sua.
Mi sono offerto di aiutarla; poi, chissà perchè, le ho chiesto se ultimamente aveva visto qualche bel film. Che cosa idiota da dire.
"No", mi ha risposto, e dopo una lunga pausa ha aggiunto sottovoce: "Problemi di soldi". Stavo per dirle della mia idea di accantonare il denaro del rimborso della ristrutturazione in un fondo per i bambini; pensavo di darglieli più avanti, ma forse le sarebbero serviti ora. Alla fine non gliel'ho detto: non c'erano bambini in quella casa. (Dove sono i bambini?)
In quel momento di esitazione, il lavoro sulle lenzuola l'ha portata ad avvicinarsi a me dalla mia parte del letto. Io ero sempre lì impalato che la guardavo lavorare e ogni tanto abbassavo lo sguardo. L'avevo causata io quella situazione e provavo vergogna.
Mi ha preso il bavero del cappotto (non mi ero ancora tolto il cappotto) e mi ha sussurrato "Lui vorrebbe che ogni tanto andassimo a mangiare dai frati". Frati? Che frati? E perchè? Possibile che i problemi economici siano così gravi? A guardarla meglio, in effetti, la trovavo trasandata, non nella persona ma nell'abbigliamento, quasi indossasse vestiti di seconda mano. "Potremmo andare in rosticceria qualche volta, ma lui insiste. A volte ci fermiamo anche a dormire, dai frati". Sembrava una richiesta di aiuto, era una confessione infima che non mi aspettavo facesse a me; come fosse prigioniera di una vita non sua e mi stesse chiedendo in qualche modo di riportarla dove avrebbe dovuto stare.
L'ho abbracciata. (Forse.) Lui stava sempre alla larga, e così tutti gli altri, quasi come se non volessero interferire in un momento così solenne. Erano passati due anni.
In salotto invece c'erano tutti, anche i genitori. Una discreta folla. Giurerei ci fosse anche il Tim da qualche parte; se c'era era imbarazzato anche lui come tutti. Sul divano si è seduta alla mia sinistra e ha appoggiato la testa sulla mia spalla; ho sentito il suo profumo, era sempre lo stesso, e ho ricambiato l'abbraccio. Ce ne siamo stati lì testa contro testa per un po', come sempre i suoi capelli ricci mi andavano a finire in bocca e mi facevano pizzicare il naso ma stavolta li lasciavo lì, non volevo perdere questo attimo. Ancora non capivo se era un momento che poteva durare o no, se quei segnali che mi mandava erano solo nostalgia o se potevano essere il preludio a qualcos'altro. Avevo paura del suo orgoglio e del suo senso del dovere. La cercavo tra i capelli ricci, come a volerle suggerire con lo sguardo che in certi casi non bisogna pensare al dovere.
Ora le immagini cominciavano a farsi più confuse. Quel salotto qual era? Non lo riconoscevo. Dalla disposizione del divano poteva essere quello dei suoi, ma il resto della casa forse no. E i bambini, dove diavolo erano i bambini?

Uno stacco.
Ora sono fuori in strada, fa freddo ma è una giornata limpida. (Forse.) Vedo uno slargo con delle case basse. Rivedo lei che mi parla dei frati, ma è un ricordo dell'altra scena; ora sono solo. (Dove sono finiti tutti?) Al ricordo di qualle frasi se ne aggiunge un'altra, più confusa. Mi parla di violenza o sono io che mi sto risvegliando? Fatico a ricordare, ma quello è il momento più importante, non posso dimenticare. Tutto è successo perchè ho dimenticato: ho dimenticato quanto ci amavamo, ho dimenticato chi ero, ho dimenticato troppe cose e mi sono perso. Non posso dimenticare anche ora... Quale violenza? Forse è solo la mia immaginazione, non l'ha detto. Ma è una frase che mi dà speranza. (Forse. Ma no, cosa cambia in fondo?) Anche se so che non è andata così, esattamente così (lo so), finalmente mi pare di capire tutto.
Per un attimo la scena si fa frenetica, mi aggiro nella zona come a cercare indizi, frammenti di memoria. Salgo la scala di un palazzo, è ripida e malmessa. Entro in una appartamento al secondo piano. Non abbiamo mai abitato al secondo piano, e infatti non capisco dove sono; forse è solo una stanza, è fredda e spoglia, c'è un letto singolo addossato al muro e niente più. Che sia successo tutto lì? Dove cazzo sono finito? E lei dov'è?

Mi sveglio.
Manca un'ora a Lou Reed che mi canta "Coney Island Baby" e ho ancora sonno, ma non voglio dimenticare. Non più. Lo so, è questo che mi frega, ma non importa. Mi alzo per scrivere quello che ancora mi resta prima che scivoli via. Forse è già tardi, la realtà sta prendendo il sopravvento. Perdo dettagli, frasi, sguardi. Ma quel profumo, quei capelli, quella testa sulla mia spalla forse erano veri, perchè non se ne vanno ancora. Quel profumo non se ne vuole proprio andare.

Ecco Lou. Sono già le 11. Devo ancora fare la valigia, oggi si riparte.
Lo lascio suonare, stamattina non ho l'urgenza di spegnerlo e alzarmi, quello sarà da domani. Oggi me lo voglio ascoltare tutto.

When you're all alone and lonely
in your midnight hour
And you find that your soul
it's been up for sale

And you begin to think 'bout
all the things that you've done
And you begin to hate
just 'bout everything

But remember the princess who lived on the hill
Who loved you even though she knew you was wrong
And right now she just might come shining through
and the -

- Glory of love, glory of love
glory of love, just might come through


The glory of love...

sabato 2 gennaio 2010

Mc Curry is god

Finalmente sono riuscito a vedere "Sud-Est", la mostra di fotografie di Steve McCurry al Palazzo della Ragione, in extremis prima di ripartire. Dire che mi è piaciuta moltissimo è poco. Da lettore e abbonato del National Geographic ho imparato a conoscere il lavoro di Mc Curry, che indubbiamente è uno dei fattori che mi sta spingendo a interessarmi sempre più di fotografia.
La mostra è a mio parere molto ben organizzata e strutturata, con le foto disposte in "alberi" tematici ("l'altro", "guerra", "infanzia", "gioia", "silenzio" e "bellezza") che permettono di apprezzare bene l'organicità del lavoro del fotografo americano.
Mi è parso uno di quei momenti (a differenza della mostra di Hopper vista ieri) in cui l'allestimento ha dato qualcosa in più alla già spettacolare qualità delle opere esposte: una circolarità non solo nell'organizzazione degli spazi, un gioco di luci ombre e riflessi che si somma a quello delle fotografie stesse.
Quello che colpisce di più sono i colori, i movimenti, gli sguardi. Gli occhi penetranti delle persone ritratte - bambini, ragazzi, anziani, quasi tutti appartenenti a Paesi e situazioni disastrati, e in cui si rincorrono dolore, disperazione ma anche serenità, orgoglio, gioia di vivere. Desiderio di futuro, in un presente che spesso toglie la speranza. E la capacità quasi soprannaturale del fotografo di cogliere
l'attimo e la sua emozione, e di raccontare una storia, La Storia, nell'unico modo e nell'esatto momento in cui questa chiede di essere raccontata.
In questo percorso Mc Curry è testimone della quotidianità delle popolazioni del Sud-Est del mondo: Tibet, India, Cambogia, Bolivia, Afghanistan, Pakistan, l'Irak della prima guerra del Golfo con i suoi pozzi in fiamme ma anche la New York dell'11 settembre 2001. E in ogni fotogramma, in ognuno degli istanti raccontati in queste foto, c'è la vita che continua, spesso crudele nella sua brutalità, a volte insostenibile. Un gioco di bambini, lo sguardo di una ragazza, un paesaggio da sogno, possono bastare a far riaffiorare la speranza: la bellezza salverà davvero il mondo?

palazzo in Porta Venezia