lunedì 28 febbraio 2011

bussole

Da quando sono arrivato a Barcellona ho dedicato molto tempo ad esplorare la città, non solo nei suoi itinerari più turistici ovviamente, ma anche e soprattutto nei quartieri più lontani dal centro, meno conosciuti ma spesso comunque degni di interesse. Barcellona in questo senso è una città piuttosto atipica, dato che è formata sì da un centro storico di grande bellezza e fascino, ma anche da molti altri centri: quelli di quartieri che fino a fine '800 erano paesi autonomi, ormai da tempo inglobati nella metropoli ma ancora con un loro spirito indipendente, dal sapore tipico "di paese", e con molte bellezze architettoniche che vale la pena visitare. Il cosiddetto Eixample (Ensanche in castigliano) li ha uniti tutti a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, quando le mura della città sono state abbattute e l'applicazione del piano urbanistico di Cerdà ha favorito l'espansione "ordinata" della città e l'edificazione di così tanti gioielli modernisti.
Da allora la grande Barcellona è anche tutto questo: quartieri operai, vecchie case di campagna, monasteri, piazzette, anguste vie alberate e parchi che in qualche modo hanno resistito all'urbanizzazione selvaggia degli anni '60 e '70. Gràcia, Sarrià, Sants, Sant Martì, Les Corts, Pedralbes, Poble Sec, San Andreu, El Clot, Hostafrancs, Poblenou: tutti nomi che difficilmente si trovano sulle guide turistiche principali ma che rappresentano l'essenza vera della città esattamente quanto i più noti Barrio Gotico, Raval, Barceloneta e Born.
Proprio per quanto detto sopra, ormai le guide tradizionali che tanto mi hanno aiutato all'inizio e a cui ancora oggi faccio ricorso (la Lonely Planet innanzi tutto, ma anche la guida Time Out e - in misura molto minore - quella National Geographic) non mi bastano più, e così mi sono via via rivolto a guide locali che approfondiscono aspetti meno noti della capitale catalana e dei suoi gioielli nascosti. Eccone alcune:
- 11 Recorridos por la Barcelona desconocida (ed. El Pais/Aguilar): come dice il titolo, si tratta di 11 itinerari che invitano a scoprire gioielli nascosti e aneddoti poco noti della città. Per la serie: c'è sempre da scoprire, anche nei luoghi dove si è già stati mille volte.
- Barcelona sense presses (di Isabel de Villalonga, ed. Ajuntament de Barcelona, io ho l'edizione in català ma c'è anche quella in castigliano): altri itinerari, stavolta da fare senza fretta nello spirito delle "città slow". Vari capitoli tematici ("calma e natura", "itinerari golosi", "la ricerca del silenzio", "cultura e artigianato", "vita di paese") ci portano nei barrios più genuini, nelle zone al limite estremo della città come Vallvidrera, Collserola e la Vall d'Hebron, e a riscoprire il centro con occhi diversi e rilassati: il fronte marittimo, i parchi urbani, le piazzette del Barrio Gotico. Persino la Rambla: ma solo all'alba, quando la folla di turisti non si é ancora svegliata e le botteghe, il mercato della Boqueria e i chioschi di fiori hanno appena aperto.
- Els barris de Barcelona i els seus carrers (ed. 62, in català): Jordi Cantavella ci accompagna in tutti i quartieri della città, raccontandoci storie e leggende di vita quotidiana che si nascondono tra piazzette, viuzze e dettagli architettonici della Barcellona più autentica.
- Barcelona metro a metro (ed. Alrevès): un interessantissimo modo di visitare la città, usando la metropolitana. Ogni stazione delle 5 linee principali é presentata da Marta Torres Muñoz con dettagli storici che risalgono al nome della fermata stessa (lo sapevate per esempio che Fontana, una delle due stazioni del metro che passano da Gràcia, deve il suo nome a una fonte racchiusa nei giardini di un palazzo da tempo scomparso?) e con i principali luoghi di interesse che si trovano nei dintorni. Un viaggio interessante per chi usa molto la metro come me, e che proprio grazie agli annunci della "pròxima estaciò" ha imparato a orientarsi e a capire qualcosa della pronuncia catalana.

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