giovedì 31 marzo 2011
mercoledì 30 marzo 2011
martedì 29 marzo 2011
lunedì 28 marzo 2011
domenica 27 marzo 2011
sabato 26 marzo 2011
tu risa
"Che bella camicia che hai, é allegra". La nonna é in ospedale, sdraiata a letto da giorni con una flebo nel braccio. "Ti piace nonna? È vecchia, ce l'ho da tanti anni...".
Quella camicia gliela regalò G., proprio : era il suo regalo di Pasqua di tanti anni fa. Nove, forse dieci. Erano fidanzatini, e la nonna ha ragione: é una bella camicia, allegra e solare com'erano loro in quegli anni. Quante cose erano successe da allora, alcune splendide e altre terribili. Le più splendide e le più terribili della loro vita. Fino a quando si sono rivisti per scrivere la parola fine a quella storia bellissima e così maledettamente breve.
Quel giorno a quei giudici, interessati solo alla loro firma sul registro, bastarono 20 secondi netti di udienza. Lui avrebbe voluto urlare "Come sarebbe, é tutto qui? Non ci chiedete che cosa é successo? Perché siamo qui? Se ci amiamo ancora? Non volete sapere la nostra storia?".
Chissà se sarebbero stati in grado di raccontare davvero perché quella storia è finita, non credo lo sappiano con certezza nemmeno loro. Possibile che le cose abbiano potuto cambiare così repentinamente senza un vero perché? Possibile che non siano riusciti a capirlo in tempo?
Per anni hanno cercato di costruirsi una spiegazione plausibile per il loro fallimento, loro che erano così convinti che dovesse veramente durare in eterno. Lui di certo non c'é riuscito: é bastato parlarle di nuovo con un'apparente, ritrovata serenità, prima e dopo quella maledetta firma, per riscoprire il suo tono di voce, quello sguardo, il suo sottile senso dell'umorismo. Quella sua unica fossetta sulla guancia che le si forma quando sorride.
Fu lì che finalmente capì, sicuro che anche lei provasse la stessa sensazione. Improvvisamente ricordò quelle parole che aveva promesso di non dimenticare mai: "Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso"...
Ríete de la noche,
del día, de la luna,
ríete de las calles
torcidas de la isla,
ríete de este torpe
muchacho que te quiere,
pero cuando yo abro
los ojos y los cierro,
cuando mis pasos van,
cuando vuelven mis pasos,
niégame el pan, el aire,
la luz, la primavera,
pero tu risa nunca
porque me moriría.
Era stato il loro giuramento tradito, ora tornava ad essergli tutto chiaro. Ecco cos'era quella improvvisa serenità: dopo tanto tempo era a casa, finalmente in famiglia. Ancora una volta, fuori tempo massimo.
Si salutarono in quel parcheggio, e chissà se si sarebbero mai più rivisti.
Quella camicia gliela regalò G., proprio : era il suo regalo di Pasqua di tanti anni fa. Nove, forse dieci. Erano fidanzatini, e la nonna ha ragione: é una bella camicia, allegra e solare com'erano loro in quegli anni. Quante cose erano successe da allora, alcune splendide e altre terribili. Le più splendide e le più terribili della loro vita. Fino a quando si sono rivisti per scrivere la parola fine a quella storia bellissima e così maledettamente breve.
Quel giorno a quei giudici, interessati solo alla loro firma sul registro, bastarono 20 secondi netti di udienza. Lui avrebbe voluto urlare "Come sarebbe, é tutto qui? Non ci chiedete che cosa é successo? Perché siamo qui? Se ci amiamo ancora? Non volete sapere la nostra storia?".
Chissà se sarebbero stati in grado di raccontare davvero perché quella storia è finita, non credo lo sappiano con certezza nemmeno loro. Possibile che le cose abbiano potuto cambiare così repentinamente senza un vero perché? Possibile che non siano riusciti a capirlo in tempo?
Per anni hanno cercato di costruirsi una spiegazione plausibile per il loro fallimento, loro che erano così convinti che dovesse veramente durare in eterno. Lui di certo non c'é riuscito: é bastato parlarle di nuovo con un'apparente, ritrovata serenità, prima e dopo quella maledetta firma, per riscoprire il suo tono di voce, quello sguardo, il suo sottile senso dell'umorismo. Quella sua unica fossetta sulla guancia che le si forma quando sorride.
Fu lì che finalmente capì, sicuro che anche lei provasse la stessa sensazione. Improvvisamente ricordò quelle parole che aveva promesso di non dimenticare mai: "Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l'aria, ma non togliermi il tuo sorriso"...
Ríete de la noche,
del día, de la luna,
ríete de las calles
torcidas de la isla,
ríete de este torpe
muchacho que te quiere,
pero cuando yo abro
los ojos y los cierro,
cuando mis pasos van,
cuando vuelven mis pasos,
niégame el pan, el aire,
la luz, la primavera,
pero tu risa nunca
porque me moriría.
Era stato il loro giuramento tradito, ora tornava ad essergli tutto chiaro. Ecco cos'era quella improvvisa serenità: dopo tanto tempo era a casa, finalmente in famiglia. Ancora una volta, fuori tempo massimo.
Si salutarono in quel parcheggio, e chissà se si sarebbero mai più rivisti.
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