domenica 31 ottobre 2010

resti di festa a Santa Maria del Mar, Born

problemi di statura

La visibilità ad un concerto é un annoso problema, per noi nanerottoli. Essendo alto appena più di 1 e 70 é quasi automatico che mi si piazzi davanti uno più alto di me e mi tappi la visuale. Certo, ci sono alti e alti: i peggiori sono quelli con i capelli alti (stile afro anni 70 per intenderci), che aggiungono altri 10 cm alla loro altezza e si espandono anche ai lati tappando totalmente la visuale. Per eliminare le incognite (ai concerti ci si muove e gli stangoni sbucano all'improvviso quando meno te lo aspetti) ultimamente mi sceglievo direttamente la persona alta dietro cui mettermi, così per non crearmi false illusioni e mettermi il cuore in pace fin dall'inizio.
Stasera ero al concerto dei Tindersticks all'Apolo e credevo di essermi guadagnato una buona postazione, in quarta fila, apparentemente senza pericoli in vista. Ma non avevo considerato la categoria peggiore: gli innamorati. Bassi abbastanza da farmeli sottovalutare, ma altrettanto insidiosi, i due si sono baciati tutto il tempo, e per vedere il buon Stuardo Graffetta ho dovuto cercare uno spiraglio tra le loro lingue e le mani avvinghiate dappertutto. Sarà che negli ultimi tempi sono piuttosto intollerante verso queste cose (o almeno soffro a non poter avvinghiare le mie, di mani, da qualche parte), ma li ho trovati davvero fastidiosi. Ed é lì che ho commesso il mio secondo errore: mi sono spostato di due passi verso destra, finendo dritto dritto dietro a un rappresentante dell'altra categoria pericolosa: gli alti che ballano. Il tipo in questione spostava il peso dalla gamba destra a quella sinistra, molleggiandosi sulle ginocchia, rendendo quindi imprevedibile la sua traiettoria e riuscendo spesso a oscurarmi la visuale di tutto il palco. Fortunatamente alla lunga ai due sono passate le scalmane e ho potuto tornare alla postazione iniziale godendomi la serata.
Gran concerto, tra l'altro. Ne parlo più diffusamente qui.

sabato 30 ottobre 2010

la riapertura dello storico teatro El Molino al Paral.lel

i "miei" ristoranti a Barcellona. cominciamo dal principio: il Nou Candanchù a Gràcia

questo è il primo posto dove ricordo di essere stato, appena arrivato qui a Barcellona, e resta sempre uno dei miei preferiti. ricordo che era un sabato o una domenica di metà gennaio, ero con mio papà che mi aveva accompagnato nella mia traversata in macchina e si era fermato qui con me nei primi giorni, anche per darmi una mano a trovare casa. nel weekend, Lonely Planet alla mano, ci eravamo avventurati a esplorare Gràcia per la prima volta: era una bella giornata di sole e ci parve naturale fermarci a pranzo nella bella terrazza di questo ristorantino che, appunto, era segnalato sulla guida. ricordo il piacevole stupore del poter mangiare all'aperto in pieno gennaio, poco prima di quelli che si definiscono "i giorni della merla", i più freddi dell'anno.
a quasi due anni da quel giorno, questo posto conserva tutto l'incanto e la piacevolezza della prima volta.
innanzi tutto si mangia bene e a prezzi modicissimi. molto probabilmente farete un po' di coda, ma ne sarà valsa la pena.... principalmente tapas, classiche (pulpo a la gallega, chocos de sepia, calamarcitos a la romana, bomba, ensaladillas) e meno classiche (le fantastiche alitas de pollo caramelizadas, vengo qui apposta per quelle e per tenermi il sapore accozzato alle dita per un po di tempo ancora) ma anche la paella è abbondante e saporita. e poi c'è la piazzetta più incantevole dell'incantevole barrio di Gràcia, con la torre dell'orologio centrale che rappresenta lo spirito operaio e rivoluzionario di questo paesotto mai del tutto integratosi nella Grande Città e che mantiene qui il suo cuore pulsante: la plaça Rius i Taulet è stata ribattezzata da qualche tempo plaça de la Vila de Gràcia a seguito di un referendum popolare e proprio qui c'è il municipio del quartiere. naturalmente, come da tradizione di paese, tutti continuano a chiamarla con l'antico nome... sempre qui si esibiscono gli storici castellers in camicia blu durante l'animatissima festa major di agosto.
tra bimbi che giocano a pallone, bizzarri suonatori di chitarra e il sole che filtra tra le foglie degli alberi, ci sono altri ristoranti che danno sulla piazza (il BO e l'Amélie, per esempio), ma per me non c'è confronto. unico difettuccio: alcuni camerieri non sono proprio il massimo della simpatia, ma non si può avere tutto dalla vita.

lunedì 25 ottobre 2010

così veloce (jonathan richman @ sala apolo)


il mio castigliano va migliorando...

... me ne sono accorto per come ho agilmente enviado a la mierda gli operatori di Vodafone in due chiamate di 25 minuti l'una, ieri sera e stamattina. per la seconda volta in 3 settimane mi hanno tagliato il servizio internet per devolución de pago: peccato che continuino a inviare la fattura del wifi alla vecchia banca pur avendo da tempo il numero di conto della nuova. e secondo loro devo pure pagare 10 € x 2 = 20 € per il mancato pagamento.
comunque, disavventura a parte, sono soddisfatto per il mio turpiloquio telefonico. si sa che la lingua straniera parlata diventa davvero convincente quando si iniziano ad usare con normalità intercalari e modi di dire tipici del luogo. vi assicuro che con Vodafone ne ho usati molti, e loro paiono avermi capito.

sabato 16 ottobre 2010

genio al lavoro sulla Rambla

lo so che non ci si crede

nuovo appuntamento per potenziali acquirenti casa ieri sera alle ore 20.00.
messaggio di BALDO alle 19.25 (mentre entravo nel box con la macchina), con tipico linguaggio da sms di chi é gggiovane dentro:

"Visita anulada xq ya estaban aki y hace frio. Saludos". (visita annullata xché erano già qui e fa freddo. saluti)

giovedì 14 ottobre 2010

amare riflessioni post-kebab

sono a Valencia per lavoro, dopo essere stato in vacanza per qualche giorno in Andalucía (l'unica regione spagnola che avevo già visitato ma che ho rivisto supervolentieri, per quanto é di una bellezza mozzafiato). oggi mi sono ritagliato un paio d'ore di tempo libero e ho deciso di fare due passi lungo il parco che dalla Ciudad de las Artes y las Ciencias percorre tutta la città, per 7 km, occupando quello che fino alla fine degli anni 50 era il letto del fiume Turia.
ora, sarà che ho da poco mangiato un kebab che digerirò fra 3 giorni, sarà che stamattina mi sono alzato alle 6 per spararmi 3 ore e mezza di macchina fino a qui, ma la riflessione amara nasce spontanea: perché a Valencia si decide di bocciare l'ipotesi-superstrada e di utilizzare invece il letto del fiume appena deviato per farci un parco pubblico pieno zeppo, e invece a Milano la Darsena giace abbandonata in uno stato indecoroso da anni senza che nessuno batta ciglio? perché il suddetto parco del Turia é perfettamente curato, illuminato a giorno anche alle 10 di sera e pieno di gente che fa sport o passeggia col cane o fa giocare i bambini, mentre a Milano non si riesce nemmeno a fare in modo che il parchetto sotto casa mia (bello, per carità) non diventi un pantano ogni volta che vengono due gocce d'acqua? perché qui si sono spesi parecchi soldi non per fare un parcheggio o uno svincolo ma in un Palazzo della Musica e in una "Città delle Arti e delle Scienze" affidata a un architetto visionario e visitata da decine di migliaia di persone mentre da noi la cultura é trattata come un costo inutile da tagliare?


ho decisamente mangiato pesante... meglio che me ne vada a letto prima di divemtare qualunquista...

ADORO Calatrava (questa é Valencia, Ciudad de las Artes y las Ciencias)

venerdì 1 ottobre 2010

non ci si può proprio fidare di nessuno (sottotitolo: anche il Mac mi ha mollato)

visioni romantiche

J: dove vorremmo stare adesso?
S: hmm...mi va di pensarci su un'isola e che corriamo
J: no, io non voglio correre!
S: ma é una corsa libera felice, non una corsa impegnativa, sportiva
J: ah, come i ceci...
S: i ceci?
J: si, i ceci...quando cadono e corrono sembrano felici