venerdì 26 novembre 2010

la gatta sul tetto (di zinco, che qua son precisi) che scotta

lo spettacolo dei Castellers

da poco più di una settimana i castells sono entrati a far parte del patrimonio "intangibile" dell'umanità protetto dall'UNESCO (insieme al flamenco e alla dieta mediterranea! mah).
la notizia mi rende veramente felice, perchè lo spettacolo dei castellers catalani è una delle cose più belle, emozionanti e commoventi che abbia visto in vita mia.
davvero, mi commuovo. non so perchè, anzi si che lo so: per la "pinya" di castellers che si ammassa a creare la base del castello, a cui partecipano componenti di tutte le squadre ad aiutarsi a vicenda e a volte addirittura qualcuno del pubblico; il silenzio surreale della folla mentre piano piano si formano i vari piani del castello; i colletti delle camice masticati da chi deve reggere un peso sempre più importante sulle spalle; la voce che dà istruzioni a chi sale e a chi rimane sotto, che si erge chiara nel silenzio della piazza; la musica che parte a un certo punto e fa capire che si è partiti bene; i bambini sempre più giovani che salgono per ultimi su, su, fino al settimo, ottavo, nono piso, a livello dei tetti delle case; il braccio alzato lassù in cima e l'applauso della folla che finalmente può liberarsi dopo tanta tensione; la discesa e il castell che si smonta piano per piano, i volti sorridenti del "ce l'abbiamo fatta" e l'esultanza finale di tutti, ma proprio tutti, in caso di successo. e io che ho i brividi sottopelle e che mi commuovo, ogni santa volta, alla mia veneranda età.
quando posso non perdo l'occasione di vedere la diada castellera nelle varie feste di barrio, e mi piace portarci gli amici in visita a Barcellona perchè sono sicuro che lo spettacolo piacerà, e che non avranno mai visto niente di simile.

per chi ha dieci minuti di pazienza, qui si trova un interessante documentario (in catalano) che spiega il fenomeno dei castellers e la loro candidatura al patrimonio dell'UNESCO, quiqui e qui ci sono dei filmati di alcune delle configurazioni più strabilianti dei castellers di Vilafranca del Penedés, vincitori dell'ultimo campionato che si svolge ogni due anni a Tarragona.

e quando venite a Barcellona vi ci porto io, a vederli dal vivo.

giovedì 25 novembre 2010

insospettate e spettacolari perle moderniste a due passi dall'ufficio: Can Negre, Sant Joan Despí

iniziamo a parlare del Primavera Sound 2011...

... per dire che i primi nomi confermati nel cartellone promettono più che bene: tra gli altri i Pulp riformatisi dopo nonsopiuquanti anni, Belle&Sebastian (appena visti ma non se ne ha mai abbastanza), John Cale che rifà "Paris 1919" (idem come sopra, all'ennesima potenza: varrebbe il costo del biglietto per tutti i 5 giorni di festival solo l'interminabile bis Gun/Pablo Picasso sentito a Brescia poco tempo fa), Mogwai, Mercury Rev che rifanno tutto "The Deserter's Song", i vecchiacci Suicide, i fantastici Flaming Lips che aspettavo già l'anno scorso, e poi i superpompati The National e Fleet Foxes, che piacciono tanto ai ggiovani E agli amici Tommy e Pinux (almeno i National, dei FF non so che pensa quest'ultimo) e un po' meno a me. Ovviamente mancano ancora molte conferme, e certamente mancano i Nomi con la N maiuscola; da quello che si vede finora sono sempre di moda i Grandi Vecchi, i rifacimenti di album completi, le reunions.
Nota a margine: quest'anno il festival dura addirittura più giorni del solito, essendone stati aggiunti ben due che si svolgeranno al Poble Espanyol (mah!). Sarà per questo che il prezzo è aumentato del 50% rispetto all'anno scorso??

Il cartellone completo si trova qui.

sabato 20 novembre 2010

I wanna have a good time: I wanna have a party! (i Primal Scream fanno tutto Screamadelica @ Razzmatazz)

nostalgia dei "filmini"

"(Mio padre) un pomeriggio, come se avesse soldi da buttare, tornò a casa con una grande scatola di cartone da cui sbucò una macchina per proiettare film. (...) Mia madre protestò fiocamente per la spesa, ma lui se ne fregò e sistemò la macchina nel corridoio, dal lato del cesso e della camera da pranzo. Al capo opposto sistemò un lenzuolino teso alla bene e meglio, accese il proiettore e impiegò parecchio tempo per fare in modo che il fascio di luce finisse proprio dentro le dimensioni del panno teso. Altro tempo lo trascorse in maniera molto nervosa per far passare una pellicola tutta bucherellata attraverso l'ingranaggio che, facendola correre davanti alla luce, la portava da una rotella in alto a una rotella in basso. (...) Il fascio di luce volò in fondo al corridoio e, miracolo, era vero, era verissimo, avevamo il cinema in casa. Muto però. Un po' troppo bianco e troppo poco nero. E il proiettore faceva un gran rumore, motorino, ventola, il fruscio della pellicola. Ma c'era poco da fare gli schizzinosi, si trattava di cinema, in cinema nel nostro corridoio. Cosa si poteva volere di più."

Leggendo il bellissimo "Fare scene - Una storia di cinema" di Domenico Starnone mi sono imbattuto in questo passaggio in cui l'autore descrive il suo stupore (di bambino e di precoce amante del cinema) di fronte alle prime proiezioni casalinghe: inizialmente degli unici film presenti in casa (due di Charlot e uno di Stanlio e Ollio, visti e rivisti all'infinito) e successivamente delle riprese casalinghe fatte dal padre stresso a famiglia e parenti con la cinepresa comprata qualche tempo dopo.
Mi è tornata in mente la mia infanzia levantese, quando a casa dei nonni si vedevano i filmini di famiglia. Noi il proiettore lo mettevamo sul tavolo della cucina, e il fascio di luce della pellicola andava a finire sul muro di fronte, sopra i fornelli. In quei filmini c'erano i nonni, papà e mamma, io da piccolo. Il fruscio e i rumori di fondo (trrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr) erano proprio gli stessi descritti nel libro, e quante volte le abbiamo viste quelle scene mute e sempre leggermente accelerate, in cui tutti cercavano di muoversi il più naturalmente possibile ma ci riuscivano fino a un certo punto: sapendo di essere ripresi si finiva per atteggiarsi sempre un po', di assumere un atteggiamento simile al mettersi in posa per la foto, ma in movimento. Forse gli unici naturali eravamo noi bambini, ignari e spontanei.
Poi è arrivata la tecnologia, le videocassette, i DVD, e quei vecchi filmini sono finiti chissà dove, magari dimenticati e impolverati in qualche scatola in cantina. Era molto tempo che non ci pensavo, non me li ricordavo più. Ora, complice anche questo bel post di rose, mi è tornata voglia di vederli, di riscoprire nei volti e nei movimenti dei miei cari un po' di storia della mia famiglia, di rivedere i sorrisi e i gesti e, chiudendo gli occhi, di risentire quegli odori d'infanzia e il calore di quella cucina levantese che si è fatta un po' più fredda col passare degli anni.

venerdì 12 novembre 2010

in a bad mood

Que fort.
Qualche tempo fa ho scritto sul mio blog prolisso (non questo, l'altro) un post sull'ultimo disco di Neil Young. Oggi me lo trovo citato da Liquida, e ne sono anche orgoglioso. Non so come funzioni, probabilmente pigliano su post un po' da cani e porci senza una gran selezione, ma non importa: mi si vede lì citato, e pare una cosa figa. Si cita la fonte e tutto il resto, roba da sciuri. Magari troverò un paio di contatti in più.
Poi noto che a piè di citazione c'è una faccina rossa e triste, e mi dico: "oh cacchio, dalle stelle alle stalle: piovono critiche negative!" E invece, muovendo il cursore sulla faccina, scopro che non si tratto di giudizio negativo ma di "mood del post". Ohibo! "Mood complessivo del post: VERY BAD!"
Riporto quanto scritto perchè non ci ho capito molto, magari trovo chi mi aiuta.
Aggettivi positivi nel post: epocale, stupendo, potente
Aggettivi negativi nel post: insopportabile, perduto, incomprensibile
Aggettivi più utilizzati: difficile.
Poi si spiega la metodologia.
La nostra analisi semantica analizza gli aggettivi positivi e negativi, opportunamente pesati, presenti nell'articolo misurando la componente emotiva del testo e e dunque il punto di vista dell'autore nei confronti del tema trattato. L'analisi del sentiment non esprime un giudizio, ma traccia il contesto emotivo che accompagna l'argomento in un dato istante. Ad esempio: ad un personaggio molto popolare accade un evento spiacevole, il sentiment (ah, quindi non si erano dimenticati una "o") dei post che ne parlano risulterà molto negativo, ma ciò non implica alcun giudizio negativo nei confronti del personaggio stesso.

Boh. Doppio boh, perchè vado a spulciare gli aggettivi utilizzati da altri post con mood "GOOD!" (gli esclamativi non si negano a nessuno) e non ci trovo un gran differenza.
Manco mi ricordo se il mio blog l'ho segnalato io a Liquida, ma non mi pare. Cerco di più, e trovo che Liquida si autodefinisce "il valorizzatore di blog". Quindi tanto male non dev'essere.
Se solo mi passasse questo very bad mood...

la Maternitat in rosa

sabato 6 novembre 2010

papa in arrivo


Stasera arriva a Barcellona papa Benedetto XVI, o Benet come lo chiamano qui; domani consacrerà la Sagrada Familia come basilica e farà un discorso anche in catalano, facendo così felici fedeli e indipendentisti, e soprattutto chi ha un'attività commerciale dato che sono attesi in città centinaia di migliaia di fedeli paganti.
La Spagna è un paese molto cattolico, come sappiamo, anche se qui in Catalunya di sicuro il senso religioso non è forte come in altre zone; una delle cose che mi colpì molto quando arrivai fu quante poche chiese ci sono in città rispetto agli standard italiani. Molti spagnoli stanno quindi aspettando questa visita papale con grande entusiasmo: io stesso oggi mi sono trovato circondato da un'orda di schiamazzanti papa-girls con tanto di bandiera vaticana; a dire il vero l'incontenibile allegria sembrava più di origine alcoolica che spirituale, ma forse era solo una mia impressione.
Nonostante la tradizione cattolica in Spagna sia molto forte, a differenza che da noi ancora più forte è la consapevolezza che lo stato, le istituzioni, la vita pubblica e privata delle persone, devono essere guidate da un profondo laicismo. E non solo ora che il governo centrale è in mano ai socialisti del tanto criticato Zapatero (criticato anche dal papa, a cui ovviamente il laicismo non piace nemmeno un po', e che ha pensato bene di andarsene in Afghanistan proprio in questi giorni): le cose non cambiano molto quando a governare è la destra, almeno non a livello profondo, in quanto il bisogno di laicismo è diffuso tra la popolazione a tutti i livelli. Molte sono quindi anche le voci contrarie alla visita di Benet: manifestazioni anti-papa sono previste a partire da stasera, molti balconi espongono striscioni con la scritta "Io non ti aspetto", e so da fonti di prima mano che domattina rappresentanti della comunità gay protesteranno davanti alla Sagrada Familia in modo decisamente non violento: baciandosi per due minuti.
Queste voci fuori dal coro, incredibile per noi italiani sempre così prostrati e bigotti di fronte al potere vaticano che permea in maniera così profonda le nostre vite, si possono esprimere senza censure anche sui mezzi di comunicazione: giornali e tv sono aperti alla critica, per non parlare di internet e delle riviste satiriche come "El Jueves".
Poi c'è l'aspetto tutto catalano della vicenda: molti cittadini che vivono in appartamenti con vista sul percorso papale di domani hanno affittato i balconi ai fedeli a prezzi esorbitanti. Come per noi liguri, anche per i catalani non si può perdere nessuna occasione di tirare su un po' di grana.

Quanto a me, ammetto che papa Ratzinger non mi piace per nulla. Ma dato che al peggio non c'è mai fine, speriamo che un giorno non dovremo rimpiangerlo...

Oppure, chissà, ci andrà molto meglio del previsto (nella foto: papa Iginio DCLXVI, grazie a Pinux per l'ispirazione)

Discos Juandó, c/Girald el Pellisser, la Ribera/Born