domenica 30 maggio 2010

festa modernista alla Dreta de l'Eixample

Primavera Sound Festival: tercer (y último) día

Festival finito, dopo tre giorni intensissimi e sfruttati al massimo (almeno per quanto le mie forze di quasi quarantenne mi hanno consentito), con un terzo giorno decisamente inferiore ai primi due come previsto ma comunque interessante.
La prima sorpresa positiva del giorno (dopo una rapida visita al set dei catalani Mujeres) sono stati Florence + the Machine. Mi spiace per loro ma credo che dei Machine si siano accorti in pochi, perchè tutti gli occhi erano putati su Florence: bellissima, con una gran personalità sul palco e una gran voce, mi ha davvero convinto. Mi ha ricordato la prima Tori Amos: probabilmente inferiore sul piano compositivo ma molto trascinante dal vivo. Voto: 8+.
Altro bel momento è stato il concerto dei Charlatans, che in un'ora hanno riproposto interamente il loro primo album. Tipico suono di Manchester con un bell'organo e ritmi ipnotici, tipica pettinatura di Manchester con frangiona sugli occhi e tipiche movenze di Manchester per il cantante. Bravi. Voto 8.
Per il resto, ci siamo aggirati per i vari palchi spizzicando un po' qui e un po' là in mancanza di un vero punto di riferimento. Uno dei gruppi più attesi erano i Grizzly Bear, che però ho trovato veramente noiosi. Confesso che ci ho provato a vedere gli headliners Pet Shop Boys, ma davvero non ce l'ho fatta. Non è il mio genere, e continuo a pensare che non fosse nemmeno il genere per questo festival (anche se le decine di migliaia di persone che gremivano il palco San Miguel forse la penseranno diversamente). Voto: 2. Molto meglio il vecchietto Lee
"Scratch" Perry - anche se io il reggae, pur atipico come il suo, lo reggo al massimo per 3-4 canzoni e poi me toca los huevos, e gli Orbital alle 3.00, pur con il loro utz-utz-utz che non fa per me. Voti: 8 a Scratch; agli Orbital 6 di stima per la musica, 10 per gli "occhialoni" luminosi.

Conclusioni: forse è vero quello che mi dice D.: il rock è morto, 3/4 dei gruppi di questo festival si sono riformati dopo anni dallo scioglimento o riproponevano per intero album degli anni '90, e non è certo un sintomo di creatività. Ma ci siamo divertiti, abbiamo sentito buona musica e tanta gente di tutte le età che aveva voglia di ascoltarne. Ragazzi di 20 anni in prima fila per vedere i Pixies, che si erano già sciolti quando loro erano in fasce.
Ora ho addosso una stanchezza positiva, mi sa che stasera mi tumberò en la cama molto presto, domani suonerà la sveglia poco dopo l'ora in cui sono andato a dormire per tre giorni, soffrirò di una specie di jet lag da festival musicale. Mi fanno male i piedi, la schiena, la spalla nel punto dove mi è piombato il tipo venerdì, e la testa. Ma va bene così.
A por el Primavera Sound 2011!

sabato 29 maggio 2010

festivalerie

Primavera Sound Festival - segundo día

Ieri giornata con meno spostamenti di palco, visto che il clou della giornata era tutta al San Miguel e c'era da prendere posti buoni.
Nel pomeriggio, concerto di Hope Sandoval allo splendido Auditori: un edificio ipermoderno (come tutta la zona d'altronde) che da fuori assomiglia a una lapide scura ma che dentro è davvero magnifico: 4.000 posti di capienza, acustica e visibilità ottime. Peccato che la bella Hope abbia deciso di non farsi vedere per nulla: in penombra nelle prime due canzoni, al buio più assoluto dopo. Mai vista una presenza scenica tanto scarna, ai limiti del paradossale. Musica celestiale, magari alla lunga un po' monocorde, ma nell'insieme troppo poco coinvolgente. Voto: alla musica 7, alla performance 3.
Avremmo tanto voluto vedere anche i Low, ma per l'assurda organizzazione dei concerti all'Auditori non ce l'abbiamo fatta per la troppa coda. Chi c'è stato ne ha parlato un gran bene. Peccato.
Anticipata quindi la sosta-panino, ci siamo piazzati con buon anticipo davanti al palco per vedere i Wilco (o "Wilko" come li chiamava ieri la sempre preparata Repubblica.it). Piazzato strategicamente sulla pedanina dei cavi proprio al centro del palco, per aggiungere altri 3-4 cm alla mia già prepotente altezza, in realtà mi sono trovato davanti un tipo con dei capelli improponibili che mi tappava completamente la visuale costringendomi ad acrobazie complicate. Wilco davvero grandi comunque: era la prima volta che li vedevo live e davvero mi hanno coinvolto. Voto: 10.
Non ci siamo mossi di un millimetro, mantenendo la posizione per un'ora e mezza in attesa dell'Evento: il set dei Pixies che iniziava alle 1.15. All'attacco delle prime note (il classico toto-prima canzone è stato fallito da tutti: hanno scelto "Cecilia Ann") è scattato un pogo generale che è durato praticamente fino a fine concerto. Non sudavo così da anni! Alla fine, stremati, mezzo infortunati (mi è piombato sulla spalla uno che tentava uno stage-diving sulla folla) ma felici, abbiamo assistito a un greatest hits straordinario. Beato C. che se li va a rivedere a Ferrara! Voto: se ho dato 11 ai Pavement ieri, a Black Francis e soci un 12 non glielo leva nessuno.
Oggi si conclude con l'ultimo dei tre giorni, senza nomi di spicco. Ma dopo ieri sera, per quanto mi riguarda il festival potrebbe serenamente chiudere qui.
TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAMEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!

venerdì 28 maggio 2010

la nuova Barcellona

Primavera Sound Festival - primer día

Ieri prima intensa giornata al Primavera Sound 2010. Bella giornata in principio, durante la serata è caduta qualche goccia di pioggia ma senza rovinare lo spettacolo.
Spettacolo di gente, di cartellone, di musica: quest'anno cambio di sponsor alcolico (la birra San Miguel sostituisce la concorrente Estrella Damm), 7 palchi (due in più dello scorso anno), e almeno due giorni su tre con gran nomi in programma: molto moscio il sabato, almeno per i miei gusti, con i Pet Shop Boys come headliner che davvero non so cosa c'entrino (sono molto più adatti al Sònar che si svolgerà tra qualche settimana).
Sociologicamente parlando i festival musicali sono magnifici: un ritrovo di gente variegata e variopinta, un gran sfoggiare di capigliature e magliette (per la cronaca, io ho optato per quella di Siouxsie), una buona percentuale di soggetti che farebbero la gioia degli psicologi. Secondo l'amico P., lo stile "indie" che va sempre per la maggiore è quello che prevede occhiali con grande montatura nera.
Musicalmente parlando, buon livello con botto finale. Io e F. abbiamo iniziato con i Monotonix, assurdo gruppo israeliano che punta tutto sull'interazione con pubblico: dei pazzi scatenati che suonano tra il pubblico e sul pubblico (letteralmente!). Indubbiamente d'effetto, ma dal punto di vista strettamente musicale non mi hanno proprio detto nulla. Voto: 5 di stima.
A seguire, il primo gruppo che davvero volevo sentire: i Fall. Ovvero Mark E. Smith, storico personaggio della scena inglese. Come definirlo? Enigmatico? Distaccato? Scostante? Certamente un po' di tutto questo, ma davvero carismatico e particolare. Si è aggirato per il palco per un'oretta praticamente facendosi i fatti suoi, masticando chewing gum (o era la dentiera?), declamando i suoi testi con il suo inconfondibile stile, maneggiando con gli amplificatori e spesso dando le spalle al pubblico, mentre i suoi giovani compari ci davano dentro con una musica comunque molto ritmata e trascinante. Voto: 8 alla musica, 10 al personaggio.
Di seguito, gli XX il cui primo e finora unico cd era in cima alla lista delle mie classifiche 2009. Molto molto bravi, anche se la loro musica lenta e d'atmosfera è forse più adatta a piccoli locali piuttosto che a grandi spazi. Inoltre ero lontano dal palco e circondato da gente che se la chiacchierava, per cui non ho potuto concentrarmi troppo come avrei voluto. Lei uguale alla cantante degli Everithing but the Girl e lui a un giovane e platinato Steven Severin dei Banshees anni '80. Comunque, voto 8.
Dopo la meritata pausa-panino, la rivelazione della serata: i canadesi Broken Social Scene. Un sacco di gente sul palco (ne abbiamo contati 11, con 4 chitarre, fiati, percussioni, vari cantanti ad alternarsi al microfono e un inquietantissimo membro della band uguale a Margaret Tatcher). Grandi davvero, sono curioso di ascoltarli su disco. Voto: 9.
Il clou della serata no ha tradito le attese: i riformati Pavement hanno suonato alla grande per un'ora e mezza. Concerto-greatest hits per il ritorno dopo 10 anni di assenza, e il tempo sembrava non essere passato. I soliti cazzari di una volta, qualità immensa, scaletta impeccabile e un Bob Nastanovich esilarante disturbatore. Voto: 11 (si può?).
Tutti a casa con piedi e schiena doloranti, ma soddisfatti. Peccato che il comune di Barcellona non faccia niente per agevolare il rientro alle decine di migliaia di reduci: metro chiusa, nessun potenziamento di bus, taxi ovviamente introvabili. Risultato: 2 ore di viaggio col Nitbus dal Besòs a Les Corts per riuscire a tumbarci a letto.
Oggi è il giorno dei Pixies. E dai dai dai!

mercoledì 26 maggio 2010

cari amici vicini e lontani

è un po' che non scrivo, non so se sia mancanza di ispirazione o mancata voglia (o capacità) di mettere nero su bianco i miei pensieri. il tempo è anche stato poco, tra il lavoro, il viaggio in italia e qualche visita di amici a barcellona.
ecco, gli amici. per una persona che, come me, ha iniziato una vita lontano da casa il capitolo amicizia è piuttosto complesso. almeno lo è per me. si ricomincia da capo, per certi versi: si conoscono persone nuove e alcune diventano amicizie vere. si è visti in maniera diversa dalle persone con cui si condividevano tante cose, cambia la prospettiva: la lontananza incide, per e con quelli che restano in italia. per alcuni dei vecchi amici è un'opportunità di farsi un viaggio, e quando mi vengono a trovare sono sempre molto contento; credo anzi che dopo aver condiviso qualche giorno qui le relazioni diventano molto più solide. per qualche motivo ci si vede sotto una luce nuova e più luminosa. sarà il potere di questa città, chissà.
certo, molte sono anche le delusioni, persone che spariscono proprio quando le si avrebbe volute vicine; no so se si rischino di perdere delle amicizie, ma certo certi atteggiamenti e certe assenze prolungate, quasi ostentate, fanno molto male. altre sono rivelazioni: alcuni sono più vicini ora di prima, e mi danno l'opportunità di essere vicino a loro.
perchè poi è questo che mi pesa di più: non poter stare vicino alle persone che amo, non poterci essere nel momento del bisogno, grande o piccolo che sia. bisogna essere bravi, per mantenere le amicizie a distanza e farle crescere più di prima. bisogna essere in due, volerlo, investire tempo ed energie in maniera diversa. quando non ci si riesce ci si scotta, ma quando ce la facciamo è una gioia davvero grande.

primavera

domenica 16 maggio 2010

cosa saranno mai 20 anni

sabato sera sono andato a una cena con dei vecchi compagni di liceo. in realtà si trattava del "recupero" di una cena più estesa di un mese prima, che avevo dovuto bidonare causa impegni lavorativi. la cena dei "20 anni della maturità" (oddìo!).
eravamo in pochi, e mi ha fatto molto piacere. strana sensazione, comunque. raccontare in qualche parola i molti anni trascorsi (non 20, con alcuni ci eravamo rivisti) non è stato facile.
non siamo poi cambiati molto. come se tutto quello - bello e brutto - che c'è stato in mezzo non fosse mai davvero accaduto. per varie ragioni mi è sembrato di essere tornato quello di un tempo: il caro, vecchio adolescente disadattato di 20 anni fa.

vecchia Milano

giovedì 6 maggio 2010

frikitudini


stasera ho fatto a tempo a fare una scappata di un paio d'ore alla fiera del fumetto. secondo il programma del sito jeff smith avrebbe firmato autografi e fatto disegni alle 18.30, quindi come pianificato mi sono portato dietro il tomo di Bone (l'ho pesato, pesa 1,8 kg.).gente ce n'era poca, degli autori che stavano già ai vari stand non conoscevo nessuno quindi ho approfittato dell'attesa per fare un giro tra gli stand. bancomat fatto di fresco, mi son messo alla ricerca di qualche gadget da nerd quale sono (o, come si dice qui, friki) ma niente,
nemmeno una maglietta della marvel decente (oggi mi sentivo in vena di comprare magliette della marvel!). allora mi sono avvicinato allo stand della astiberri, ho chiesto conferma sulla presenza di jeff smith e mi hanno detto che no, oggi non ci sarebbe stato, semmai domani sera alla fnac e
sabato in fiera. ma porc..! erano le 6 e 25 e me ne sarei già tornato a casa. 6 euro d'ingresso buttati via, e di decente c'era solo una piccola mostra di originali di Pratt, una serie di schizzi di disegnatori spagnoli che hanno lavorato per la marvel e qualche altra esposizione così così. intorno a me, la poca gente faceva brevissime file da autori sonosciuti o si faceva fare foto con dei tipi vestiti da Batman e Lanterna Verde. che tristezza.

ho deciso di fare un ultimo giro e poi andarmene a casa scornato. finchè non ho visto lo stand delle italianissime Edizioni del Grifo, dove l'anno scorso comprai le stampe che ho appese in casa (due di Corto Maltese e un ritratto di Jagger & Richards di Tanino Liberatore).
avevano un'edizione di Pinocchio illustrata da Massimiliano Frezzato, e le relative tavole del portfolio in vendita. magnifiche. sono rimasto talmente stregato che le ho riguardate tutte per almeno mezz'ora. alla fine ho chiacchierato un po' con il ragazzo allo stand e con una disegnatrice che stava lì, e ne ho comprate tre, il libro e pure due altre tavole di Danijel Zezelj. ma Frezzato... quei disegni e quei colori mi hanno trasmesso una pace, un'allegria, una serenità che mi hanno fatto andare via contento. aaaaaaaahhhhhh.... me li sarei comprati tutti.
l'entusiasmo ritrovato mi ha dato le forze di tornare sui miei passi e comprarmi pure l'edizione cartonata in inglese di "X-Men: God loves, man kills" di Claremont/Anderson.
giornata friki salvata in extremis.

al Salòn del Còmic, Fira Montjüic

martedì 4 maggio 2010

pioggia, lluvia, plutja.............

Sr. Murphy, esta vez lo has cagado

Giovedì inizia la ventottesima edizione del Salón del Cómic di Barcelona, come ogni anno al padiglione 8 della fiera di Plaça d'Espanya/Montjüic. L'anno scorso incontrai Jim Lee, simpatico con maglia del Barça e occhi sorridenti (o forse era solo molto orientale) e la mezza delusione Mike Mignola, il vero motivo per cui ci andai ma che a malapena mi firmò un autografo su un costosissimo libro sull'arte di Hellboy comprato per l'occasione. Mi persi invece Jeffrey Brown che ancora non sapevo chi fosse, e l'amato Gipi causa stupido orario infrasettimanale.
Quest'anno ci saranno nientedimenoche: Jeff Smith, che ha la mia sempiterna adorazione per aver creato l'incommensurabile Bone; Paco Roca, Bastien Vivès e Lewis Trondheim di cui ho parlato tempo fa qui; il grande (ma mai molto amato dal sottoscritto) Moebius; Tardi, Tanino Liberatore, Jordi Bernet e altri tra cui i marvelliani Pascual Ferry, Gene Ha e Salvador Larroca. Ecco il programma completo.
Non ho fatto a tempo a farmi venire l'acquolina in bocca che ho seriamente rischiato di non andarci e di non vedere nessuno dei suddetti (la solita infallibile legge di Murphy). Alla fine salvo inconvenienti riuscirò almeno a partecipare giovedì pomeriggio a una chilometrica coda per farmi svirgolare uno sgorbio illeggibile da Jeff Smith sulla mia Edizione Integrale di Bone di 1350 pagine in lingua originale, che per l'occasione trasporterò con una carriola dato il suo discreto peso. Sarà il mio momento nerd tanto atteso.
Mi spiace per gli altri che non vedrò, ma stavolta avrò una cosa migliore da fare in Italia: vedere il sorriso felice dei miei migliori amici e godermi la loro piccolina fare facce strane e inquietanti rumori intestinali neonatali. Non lo cambierei per nulla al mondo.

PS: a scanso di equivoci, in spagnolo la colorita espressione "lo has cagado" si potrebbe tradurre più o meno con "ti sei sbagliato", "hai toppato". Ormai si è capito che qui ogni occasione è buona per parlare di merda.

domenica 2 maggio 2010

due passi per la città

mi piace camminare. è una cosa che ho scoperto negli ultimi anni, è un bel modo per impiegare il tempo stando da soli. ed è un ottimo modo per esplorare luoghi, scovare posti nascosti, vedere volti che non si vedrebbero altrimenti.
Barcellona è una città da girare a piedi. ci sono moltissime zone pedonali, moltissime viuzze strettissime e molti dedali in cui perdersi. questo capita nel centro storico, ovviamente: Barrio Gotico e Raval, Born e Barceloneta, si devono conoscere camminando. ma Barcellona è composta anche da molti quartieri che erano paesini indipendenti fino a un secolo fa, e che sono stati annessi alla città nel momento dell'espansione dei confini municipali e della costruzione dell'Eixample. tutti posti che mantengono ancora un'identità di pueblo, tanto che spesso i loro abitanti dicono ancora "andiamo a Barcellona" quando si spostano verso il centro.
parlo di Gràcia naturalmente, ma anche Sants, San Andreu, Horta, Sant Martì de Provensals, Les Corts, Sarrià: spesso nuclei operai e fieramente rivoluzionari, altre volte luoghi con un non so che di aristocratico, di distaccato ma sempre profondamente popolare.

ieri sono andato proprio a Sarrià, che è davvero un paesino tranquillo, organizzato con piccole stradine intorno al "viale" principale, Mayor de Sarrià, e alla piazza della chiesa e del mercato. ho camminato per ore esplorando questo barrio oggi piuttosto esclusivo, guardando le facciate delle case basse, cercando passaggi nascosti, botteghe dalle insegne antiche, ristorantini tipici, piazzette alberate e facciate moderniste. pochissimi stranieri ovviamente, ma anche poche persone che vengono qui dalle altre zone della città: pareva strano pensare che in quello stesso momento migliaia e migliaia di turisti si stessero accalcando sulla Rambla, sulla spiaggia o peggio in luoghi impersonali come il Maremagnum o il Port Olìmpic.


mentre passeggiavo per quelle vie, tra l'altro, ho realizzato una cosa che non avevo pensato prima: a Sarrià fino a pochi anni fa c'era lo stadio, quello stadio, il Sarrià appunto. ci giocava l'Espanyol, ma soprattutto ci giocò l'Italia durante i mondiali dell'82 le mitiche partite contro Brasile e Argentina. allora avevo 10 anni e quelle partite le vidi in un altro paese, Levanto, col nonno Ninni e tutta la famiglia. erano le prime in cui manifestai un vago interesse per il calcio, e me lo ricordo bene, quello stadio. ora non c'è più, demolito nel 1997 per far posto - ahimè - a un centro commerciale.

el tramvia blau all'Avda. del Tibidabo