sabato 20 novembre 2010

nostalgia dei "filmini"

"(Mio padre) un pomeriggio, come se avesse soldi da buttare, tornò a casa con una grande scatola di cartone da cui sbucò una macchina per proiettare film. (...) Mia madre protestò fiocamente per la spesa, ma lui se ne fregò e sistemò la macchina nel corridoio, dal lato del cesso e della camera da pranzo. Al capo opposto sistemò un lenzuolino teso alla bene e meglio, accese il proiettore e impiegò parecchio tempo per fare in modo che il fascio di luce finisse proprio dentro le dimensioni del panno teso. Altro tempo lo trascorse in maniera molto nervosa per far passare una pellicola tutta bucherellata attraverso l'ingranaggio che, facendola correre davanti alla luce, la portava da una rotella in alto a una rotella in basso. (...) Il fascio di luce volò in fondo al corridoio e, miracolo, era vero, era verissimo, avevamo il cinema in casa. Muto però. Un po' troppo bianco e troppo poco nero. E il proiettore faceva un gran rumore, motorino, ventola, il fruscio della pellicola. Ma c'era poco da fare gli schizzinosi, si trattava di cinema, in cinema nel nostro corridoio. Cosa si poteva volere di più."

Leggendo il bellissimo "Fare scene - Una storia di cinema" di Domenico Starnone mi sono imbattuto in questo passaggio in cui l'autore descrive il suo stupore (di bambino e di precoce amante del cinema) di fronte alle prime proiezioni casalinghe: inizialmente degli unici film presenti in casa (due di Charlot e uno di Stanlio e Ollio, visti e rivisti all'infinito) e successivamente delle riprese casalinghe fatte dal padre stresso a famiglia e parenti con la cinepresa comprata qualche tempo dopo.
Mi è tornata in mente la mia infanzia levantese, quando a casa dei nonni si vedevano i filmini di famiglia. Noi il proiettore lo mettevamo sul tavolo della cucina, e il fascio di luce della pellicola andava a finire sul muro di fronte, sopra i fornelli. In quei filmini c'erano i nonni, papà e mamma, io da piccolo. Il fruscio e i rumori di fondo (trrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr) erano proprio gli stessi descritti nel libro, e quante volte le abbiamo viste quelle scene mute e sempre leggermente accelerate, in cui tutti cercavano di muoversi il più naturalmente possibile ma ci riuscivano fino a un certo punto: sapendo di essere ripresi si finiva per atteggiarsi sempre un po', di assumere un atteggiamento simile al mettersi in posa per la foto, ma in movimento. Forse gli unici naturali eravamo noi bambini, ignari e spontanei.
Poi è arrivata la tecnologia, le videocassette, i DVD, e quei vecchi filmini sono finiti chissà dove, magari dimenticati e impolverati in qualche scatola in cantina. Era molto tempo che non ci pensavo, non me li ricordavo più. Ora, complice anche questo bel post di rose, mi è tornata voglia di vederli, di riscoprire nei volti e nei movimenti dei miei cari un po' di storia della mia famiglia, di rivedere i sorrisi e i gesti e, chiudendo gli occhi, di risentire quegli odori d'infanzia e il calore di quella cucina levantese che si è fatta un po' più fredda col passare degli anni.

4 commenti:

  1. anche a me la parola filmino ha risvegliato un sacco di ricordi. I rumori, gli odori, i commenti....

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  2. @ ruffo: eh si. e soprattutto trrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr :-)

    @ rose: no rosie, è una foto che ho fatto l'anno scorso a una esposizione modernista... non avevo la possibilità di fotografare l'originale!

    ps. proiettore modernista? mah! comunque c'è groucho sullo sfondo e tanto mi bastava ;-)

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  3. in spagna tutto è modernista, sempre :o)

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