martedì 14 giugno 2011

Italiani di serie B


Sono in Italia, ma ho vissuto questi due giorni di voto referendario da "straniero", avendo votato per la circoscrizione estero già da qualche settimana. Per questo ho seguito questa spasmodica attesa per il quorum con la stessa partecipazione di molti compatrioti, certo, ma anche con un notevole senso di inquietudine. Alla fine il quorum è stato raggiunto e superato, "anche senza tener conto dei voti dei residenti all'estero". Eh si, perché ancora non si è deciso se le nostre preferenze verranno prese in considerazione oppure no, e conteggiare le nostre schede significa alzare l'asticella e il numero di voti necessari per considerare valida la consultazione.
Tutta "colpa" della riammissione del referendum sul nucleare e del conseguente cambio del quesito e quindi della scheda, si dice. Oppure, dico io, la colpa è di uno stato che considera i residenti all'estero come cittadini di serie B? Perché il mio voto deve valere meno di quello di altri? Perché ci si deve porre il dubbio sulla sua validità? E, già che ci siamo, perché il Consolato Italiano a Barcellona fa così schifo e il livello del servizio dato è talmente scadente da provocare proteste di piazza e sollevazioni popolari via social network?
Triste, davvero. Stasera mi godo la vittoria dei Si, certo, ma vorrei sapere che anche il mio voto, come quello di tanti connazionali che vivono fuori dal nostro Paese ma che non per questo lo amano meno, è servito per raggiungere il risultato.

Strana democrazia la nostra, come già diceva il Signor G. tanti anni fa. Da allora le cose non mi pare siano migliorate di molto... Vediamo se cominciamo tutti a darci una svegliata.

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