domenica 2 maggio 2010

due passi per la città

mi piace camminare. è una cosa che ho scoperto negli ultimi anni, è un bel modo per impiegare il tempo stando da soli. ed è un ottimo modo per esplorare luoghi, scovare posti nascosti, vedere volti che non si vedrebbero altrimenti.
Barcellona è una città da girare a piedi. ci sono moltissime zone pedonali, moltissime viuzze strettissime e molti dedali in cui perdersi. questo capita nel centro storico, ovviamente: Barrio Gotico e Raval, Born e Barceloneta, si devono conoscere camminando. ma Barcellona è composta anche da molti quartieri che erano paesini indipendenti fino a un secolo fa, e che sono stati annessi alla città nel momento dell'espansione dei confini municipali e della costruzione dell'Eixample. tutti posti che mantengono ancora un'identità di pueblo, tanto che spesso i loro abitanti dicono ancora "andiamo a Barcellona" quando si spostano verso il centro.
parlo di Gràcia naturalmente, ma anche Sants, San Andreu, Horta, Sant Martì de Provensals, Les Corts, Sarrià: spesso nuclei operai e fieramente rivoluzionari, altre volte luoghi con un non so che di aristocratico, di distaccato ma sempre profondamente popolare.

ieri sono andato proprio a Sarrià, che è davvero un paesino tranquillo, organizzato con piccole stradine intorno al "viale" principale, Mayor de Sarrià, e alla piazza della chiesa e del mercato. ho camminato per ore esplorando questo barrio oggi piuttosto esclusivo, guardando le facciate delle case basse, cercando passaggi nascosti, botteghe dalle insegne antiche, ristorantini tipici, piazzette alberate e facciate moderniste. pochissimi stranieri ovviamente, ma anche poche persone che vengono qui dalle altre zone della città: pareva strano pensare che in quello stesso momento migliaia e migliaia di turisti si stessero accalcando sulla Rambla, sulla spiaggia o peggio in luoghi impersonali come il Maremagnum o il Port Olìmpic.


mentre passeggiavo per quelle vie, tra l'altro, ho realizzato una cosa che non avevo pensato prima: a Sarrià fino a pochi anni fa c'era lo stadio, quello stadio, il Sarrià appunto. ci giocava l'Espanyol, ma soprattutto ci giocò l'Italia durante i mondiali dell'82 le mitiche partite contro Brasile e Argentina. allora avevo 10 anni e quelle partite le vidi in un altro paese, Levanto, col nonno Ninni e tutta la famiglia. erano le prime in cui manifestai un vago interesse per il calcio, e me lo ricordo bene, quello stadio. ora non c'è più, demolito nel 1997 per far posto - ahimè - a un centro commerciale.

3 commenti:

  1. Ci si emoziona a leggerti. E' bello il modo in cui ci racconti le tue scoperte in questa città fantastica.E come attraverso la sua storia ti assalga un bel ricordo...

    RispondiElimina
  2. In realtà lo stadio non era per niente a Sarrià, bensì all'Avenida Sarrià. ne puoi ancora indovinare la forma, dato che sopra non ci costruirono nessun centro commerciale, bensì edifici residenziali e un giardino pubblico ("Jardins del camp de Sarrià", per l'appunto)
    esattamente è compreso tra ronda Gen.Mitre, Av.Sarrià e C/D.Fleming
    In quanto a Mayor di Sarrià: sì , è carino... e non dà per niente la sensazione di essere a BCN
    ciao

    RispondiElimina
  3. Grazie Massimo per la precisazione. In effetti lo stadio non era nella "vecchia" Sarrià (e come avrebbe potuto?) ma accanto alla strada che portava a Sarrià (ricordiamo che è stato inaugurato negli anni '20 del 900 e quindi di fatto all'epoca Sarrià era ancora fuori Barcellona); e comunque rientrava amministrativamente nel distretto di Sarrià-Sant Gervasi. Quanto al centro commerciale, meglio così; mi ero fidato di una fonte internettiana evidentemente sbagliata.
    Per quanto riguarda il tuo commento finale... Ci sono tanti posti a Barcellona in cui "non sembra di essere a Barcellona"... Per me è proprio quello il bello: che esistono tante Barcellone diverse, e tutte insieme formano l'identità della città.
    A presto!

    RispondiElimina