domenica 7 febbraio 2010

stiamo vicini vicini

"Pierangelo lo conosco da più di cinquant'anni, fa il magistrato a Milano. Siamo amici come si è amici quando si è cresciuti insieme fronteggiando, a Napoli, il periodo peggiore della vita (l'adolescenza) e si è sopravvissuti. Lui è di buon carattere, io no. Almeno due volte all'anno, da decenni, ci incontriamo e ci testimoniamo reciprocamente, mostrandoci foto e citando fatti e frasi, che non ci siamo sognati tutto, niente affatto, siamo stati davvero ragazzi. Ormai, per sospendere l'incredulità, abbiamo bisogno di sempre più prove e ce ne forniamo in continuazione, quando ci vediamo, fino ad annoiare a morte chi ci ascolta."

da "Spavento" di Domenico Starnone, Einaudi 2009

Ho letto queste righe in aereo, stasera, rientrando dal weekend passato a Bologna con gli amici di una vita, dopo aver mangiato gramigna e tortellini, riso a crepapelle, fatto telefonate di buon compleanno all'amica che mancava e sinceri auguri a quello di noi che tra due giorni si opererà, coccolato la malata di turno, condiviso ogni minuto e ogni spazio vitale e dormito in 9 in una stanza e mezza. Stavolta abbiamo parlato di nuove case, visto piantine e piani di ristrutturazione, così come nel tempo abbiamo affrontato via via argomenti da bambini, adolescenti, ragazzi maturi e persone con famiglia, o che la famiglia non ce l'hanno più.
Siamo cresciuti, invecchiati forse, abbiamo preso inevitabilmente percorsi che hanno ridotto le possibilità di stare insieme, ma il filo che ci unisce indissolubilmente non si è mai interrotto. Ieri abbiamo rivisto alcuni album di foto degli ultimi 25 anni, ed è stata una bella sensazione rivedersi crescere, ricordare episodi annebbiati e altri divenuti storici, raccontarseli per la miliardesima volta con la stessa passione; è stato triste ma bello rivedere anche volti e vite che hanno incrociato, più o meno profondamente, la nostra strada e che ora non ne fanno più parte.
Ripercorro con la memoria un'infinità di momenti importanti della mia vita, splendidi e drammatici, e in quasi tutti c'erano queste magnifiche persone. Sempre presenti l'uno con l'altro, ognuno a suo modo, in tempi ravvicinati o dilatati, con più parole o semplici sguardi, ma sempre con la consapevolezza di quanto conta per noi tutti questo rapporto e di quanto è unico. Tanto che vorremmo sempre che quel poco spazio in cui ci siamo ammassati in queste notti potesse essere ancora più stretto, sempre di più.

4 commenti:

  1. bello.
    poetico.
    brau.
    anche io fatto esperienza simile, venerdì alle soglie degli 'anta.
    pogare al suono della voce di scott (non bon) e vedermi proiettato indietro a quell'estate del '94 in cui in un certo senso tutto cambiò e mezz'ora dopo parlare di paternità con scott è stata una sorta di catarsi, un frullato di emozioni.
    penso che siano queste le cose per cui vale la pena di vivere...

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  2. ....ribadisco,.....
    ..sei un talentuoso nell'uso delle parole...............buttati!

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  3. Ruffo, non ti conosco; ma hai sintetizzato in poche parole quello che ho sempre pensato e ho provato anche a dire ad hanz

    checco

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  4. per scrivere ci vuole disciplina (tra le altre cose), e io non ne ho. scrivo di getto, come ho sempre fatto, quasi senza rileggere.
    grazie per l'incoraggiamento, ma per ora non so fare diversamente...
    da anziano, forse, sarò il nuovo camilleri, ma per ora accontentatevi, o miei fans! :-D

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