venerdì 11 dicembre 2009

chi siamo noi, e dove andiamo noi

sono un po' confuso ultimamente sulla direzione da dare al blog. era iniziato tutto con l'idea di raccontare una storia quotidiana per immagini, una foto al giorno, bella brutta importante o inutile che fosse. e tutto sommato questa parte sta venendo discretamente: le foto le faccio, la qualità media è anche discreta dopo l'acquisto del Bolide, l'impegno mi tiene la mente sveglia e attiva (sapete, ormai ho un'età) e i miei occhi sono sempre in cerca del bersaglio. e mi diverto.

c'è poi la parte scritta, e qui ho qualche dubbio in più. non so nemmeno se si tratti di dubbi: in realtà è più la consapevolezza che il giochino mi piace e vorrei spingerlo un po' più in là. in che direzione? beh, non so dove va la mia vita, figuriamoci se posso essere più preciso con una paginetta internet. però vanno, entrambe le cose, piano piano ma una direzione la stanno prendendo. eppur si muove, avrebbe detto qualcuno.

complice una chiacchierata via mail di oggi, penso che non so se sto davvero facendo le cose liberamente. dico davvero quello che vorrei, e nel modo in cui lo vorrei? o sono condizionato da chi mi legge, e per questo soppeso troppo parole e argomenti? temo che sia così, anzi sicuramente è così. forse cambierò qualcosa, forse questa consapevolezza mi spingerà a trovare un nuovo modo di dire. un po' a parole, un po' con immagini, o con qualche terza via che ne sia la combinazione.
se ci riuscirò o meno, non so. intanto ho cambiato "nome" e foto: il primo perchè sono affezionato al mio vecchio nomignolo di battaglia di 20 anni fa e volevo rispolverarlo anche qui e non solo quando scrivo sul blog di rose, la seconda perchè mi pareva ora di abbandonare l'omino del subbuteo marino sempre con le mani dietro la schiena e il naso all'insù (che da lì il massimo che gli possa succedere è che gli caghi in testa un gabbiano) e tirare fuori di più dell'harpo che è in me.
fare facce buffe, correre dietro alle ragazze, fare casino, e poot poot con la trombetta. vorrei affrontarle così le cose della vita... faceva ridere e pensare, e commuovere con uno sguardo e un gesto. harpo sì che sapeva vivere, parlare e raccontarlo nel modo giusto.

3 commenti:

  1. confesso che a me piaceva "l'omino del subbuteo marino". Una volta ne ho visto uno a Sitges.
    Auguri, cmq ;)

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  2. anche a me piace, mi ha sempre fatto simpatia. e si, c'è anche a sitges...
    ma ieri sera mi sentivo di più harpo marx, o avrei voluto sentirmici.

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  3. oh, bene! non a caso tra le tue vette letterarie ci sono i passi umoristici, no?
    e poi, when harpo played his harp... :o)

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